McDonald’s investe forte in AI
McDonald's ha deciso di spingere forte sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale, annunciando un rinnovamento massiccio di ben 43.000 ristoranti.
L'idea di fondo è quella di migliorare l'efficienza operativa e rendere l’esperienza dei clienti più rapida e fluida, puntando su tecnologie avanzate come attrezzature da cucina connesse a Internet e sistemi di drive-through gestiti dall’IA.
Il tutto con un obiettivo molto ambizioso: portare la base clienti fedeli da 175 milioni a 250 milioni entro il 2027.
Insomma, non si tratta di un piccolo upgrade, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo di gestire i fast food.
Automazione nei fast food: meno stress o meno lavoratori?
Quello che mi colpisce è il fatto che un colosso come McDonald's stia investendo così pesantemente sull'automazione, segno che la direzione futura della ristorazione veloce è già segnata.
L’intelligenza artificiale può sicuramente ridurre i tempi di attesa, ottimizzare le operazioni in cucina e persino migliorare la gestione degli ordini, riducendo errori e sprechi. Per i clienti significa un servizio più veloce e forse anche più personalizzato, mentre per i dipendenti potrebbe voler dire meno stress nelle ore di punta. Già per velocizzare i processi erano stati introdotti i totem per le ordinazioni, così da non creare file chilometriche alle casse, e l’implementazione dell’AI potrebbe incrementare ulteriormente la vendita di prodotti.
Ed è proprio qui che sta uno degli aspetti più interessanti: l'automazione in un settore notoriamente frenetico potrebbe rendere il lavoro in un fast food meno pesante e più gestibile, evitando quel caos organizzativo che spesso si crea nei momenti di maggiore affluenza.
Dinamiche produttive che ricordano il Das Kapital
Ma c'è anche un lato della medaglia che non si può ignorare.
Se McDonald's punta così tanto sull’IA, è inevitabile chiedersi quale sarà l'impatto sul lavoro umano.
In Italia lavorano attualmente circa 35.000 dipendenti, ma differenza di essi, l’IA non si ammala, non chiede ferie e non sbaglia (o perlomeno sbaglia molto meno di un operatore umano).
Se oggi l'obiettivo sembra essere quello di migliorare le condizioni dei dipendenti, domani potrebbe essere quello di ridurre il loro numero per abbassare i costi operativi. È uno scenario che non possiamo escludere, soprattutto se queste innovazioni dovessero dimostrarsi efficaci e convenienti su larga scala.
Fidelizzazione o raccolta dati?
E poi c’è il tema della fidelizzazione della clientela. McDonald's vuole passare da 175 a 250 milioni di clienti fedeli, il che significa che non si tratta solo di velocizzare il servizio, ma anche di migliorare l’esperienza complessiva.
Potrebbe voler dire un’interazione più personalizzata con il cliente, magari con suggerimenti basati sugli ordini precedenti o offerte mirate grazie all’analisi dei dati.
Questo, però, apre un’altra questione: l’uso dei dati personali. Quanto saranno tracciati i comportamenti dei clienti? Quanto sarà invasiva questa IA? È un aspetto che secondo me andrà monitorato con attenzione, perché se da un lato la personalizzazione può essere interessante, dall’altro c’è sempre il rischio che si finisca per raccogliere e gestire troppi dati.
Riflessioni e sfide da non tralasciare
Quindi cosa penso di tutto questo?
Da un lato, trovo affascinante vedere come l’intelligenza artificiale possa rendere più efficienti anche settori tradizionalmente legati al lavoro manuale come la ristorazione veloce. Dall'altro, non posso fare a meno di chiedermi quali saranno le conseguenze a lungo termine per i lavoratori e per la privacy dei clienti.
È una mossa intelligente? Probabilmente sì, almeno dal punto di vista aziendale.
Ma sarà una mossa positiva per tutti? Questo è ancora tutto da vedere.
Thanks for reading :)
Vuoi leggere l’articolo che ha ispirato questo mio post? Clicca qui