La AI non è un gioco, o no?
È interessante osservare come la questione della generative AI stia prendendo piede nel mondo dei videogiochi, un settore già di per sé intrinsecamente innovativo e in continua evoluzione.
Il fatto che Steam abbia recentemente imposto ai suoi sviluppatori di rivelare l'uso di questa tecnologia nelle loro pagine di vendita è un passo significativo, e la decisione di Activision di aggiungere un disclaimer sulla pagina di Call of Duty è un chiaro segnale che i tempi stanno cambiando.
La frase: “Il nostro team utilizza strumenti di generative AI per aiutare a sviluppare alcuni asset di gioco” è diretta e trasparente, ma solleva anche una serie di domande e preoccupazioni.
Vantaggi e Opportunità dell’AI nel Gaming
Da una parte, l’uso della generative AI può comportare vantaggi considerevoli.
Immaginate quanto tempo e risorse si possano risparmiare nel processo di creazione di contenuti visivi, come modelli e texture, specialmente in titoli complessi come Call of Duty: Black Ops 6.
Questo potrebbe anche portare a una maggiore varietà di risorse disponibili per i giochi, aumentando l'immersione e l'esperienza complessiva per i giocatori.
Tuttavia, dall'altra parte, c'è una crescente ansia da parte dei fan riguardo all’autenticità e alla qualità del contenuto.
I giocatori si chiedono: premiata la velocità a discapito della qualità ?
Le preoccupazioni espresse dai giocatori, come evidenziato nell'articolo, non sono infondate.
Quando si inizia a notare elementi bizzarri, come un Babbo Natale zombificato con sei dita, personaggi le cui misure sono sproporzionate, dialoghi e situazioni allucinate, suoni e musiche privi di un contesto, è normale chiedersi se si stia sacrificando la qualità artistica a favore della rapidità di produzione.
Questo è un punto cruciale; la generative AI, sebbene utile, può tradursi in risultati che non sempre si allineano con le attese estetiche e narrative dei giocatori.
Il dibattito in merito non è per niente nuovo
Non dimentichiamo che il dibattito su generative AI nei giochi è stato acceso in altre occasioni.
L'episodio di Project Zomboid, dove i fan si sono ribellati per l'uso di arte generata dall’AI, e il caso di League of Legends, dove un emote con sei dita ha generato confusione e scetticismo, sono chiari indicatori di come la comunità dei videogiocatori sia attenta e critica nei confronti di tali sviluppi.
La velocità con cui i fan sollevano bandiere rosse dimostra che c'è un forte desiderio di proteggere l'integrità dell'arte e del design nel gaming.
La sfida del settore: innovare senza perdere creatività
Credo che il punto più interessante di tutta questa questione sia la sfida che l'industria dei videogiochi deve affrontare: come integrare la generative AI senza compromettere l'esperienza del giocatore.
Non si tratta solo di migliorare l'efficienza, ma di garantire che la creatività e l’innovazione rimangano al centro del processo di sviluppo.
Anche se la tecnologia può offrire opportunità senza precedenti, è cruciale che questo non si traduca in una perdita di controllo creativo o in contenuti che possano sembrare "fatti a macchina".
La trasparenza nell'uso della generative AI è fondamentale, ma altrettanto importante è il dialogo continuo tra sviluppatori e giocatori. Solo così si potrà navigare nell'evoluzione tecnologica senza smarrire il valore dell'arte e della creatività, elementi essenziali che rendono i videogiochi un medium così potente e coinvolgente.
In definitiva, l'industria del gaming ha l'opportunità di sfruttare queste nuove tecnologie, ma dev'essere attenta a mantenere l'essenza di ciò che rende i giochi speciali.
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